Accompagnamento

 

Accompagnare il fine vita: Perché? Per chi?

Nel nostro paese, prendersi cura di chi nasce e della sua famiglia prima durante e dopo l’evento è normale, consolidato, addirittura scontato. Accompagnare chi muore, invece è del tutto inusuale. Eppure questa “pratica” meriterebbe di essere sostenuta ed incoraggiata. La presenza di un accompagnatore, professionale, formato, consapevole, talentuoso e competente si rivela essere di inestimabile aiuto per i malati e per la loro famiglia.


Chi é l’accompagnatore?

In una situazione spesso molto medicalizzata, l’accompagnatore è colui che restituisce la precedenza alla relazione umana, così essenziale al momento della morte.

L'accompagnatore richiama a sé l’arte di “essere con l’altro”, di essere accanto all'altro in una prospettiva evolutiva e di comprensione profonda dell’evento morte.

In collaborazione con la persona accompagnata, l’accompagnatore si preoccupa di identificare i bisogni e di trovare il modo per soddisfarli.

In maniera scevra da dogmi, propone degli elementi di risposta alle domande, identificando con chiarezza il contesto e fornendo gli strumenti necessari affinché la persona accompagnata possa, per quanto possibile in modo autonomo, orientarsi nel recupero delle risorse e delle conoscenze che gli sono utili nella risoluzione delle sue difficoltà.

Coadiuvato da altre figure professionali se necessario, apporta quanto serve per rispondere ai bisogni fisici, psichici, sociali e spirituali di chi muore e della sua famiglia se richiesto.

Facilita il processo del morire sia per chi giunge al termine dell’esistenza sia per chi gli sopravvive, aiutando la persona accompagnata ad attingere a quell’intima parte di se stesso dove risiede la comprensione della morte e del morire.

In sostanza l’accompagnatore permette a chi muore ed alla sua famiglia, quando presente, di non vivere l’avvicinamento al termine dell’esistenza come un mistero terribile ed angoscioso ma, con la sua presenza umana, professionale, consapevole e competente, li porta a riconoscere la morte come un processo profondamente naturale ed essenziale al principio di vita, senza per questo snaturarne, trasformarne o nasconderne la forza e la potenza emotiva.

Quando presenti, i membri della famiglia sono le persone più adatte ad assicurare al morente un clima di amore, di comprensione, di calore umano, di continuità di cure e di confort di cui ogni persona, nell'ultima tappa di vita, necessita per poter conoscere una morte dignitosa.

In quel contesto l’accompagnatore diventa un facilitatore discreto che permette a chi muore di potersi abbandonare con fiducia e a chi rimane, nonostante il dolore per aver perso una persona cara, di riprendere a vivere con una rinnovata consapevolezza.

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